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LA CUPOLA DEI GENOVESI (Mario Gianquitto)

LA CUPOLA DEI GENOVESI

  • Titolo: LA CUPOLA DEI GENOVESI
  • Genere: Pittura
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: 50x70
  • Descrizione: Il dipinto “ La Cupola dei Genovesi” di Mario Gianquitto è istanza di universalità che tende, per quanto possibile, di coniugare religione e ragione.
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Commenti sull'opera LA CUPOLA DEI GENOVESI:

   MARIO GIANQUITTO – La Cupola dei Genovesi

 Olio su cartone telato – 50x70 -2012

Chiesa di San Giorgio dei Genovesi - 1620

(a cura di Maria De Michele)

 

Il dipinto “ La Cupola dei Genovesi”  di Mario Gianquitto è istanza di universalità che tende, per quanto possibile, di coniugare religione e ragione.

L’ immagine di un’ intensa e dolcissima maternità, in primo piano, mette in risalto la necessità di un dialogo conviviale con culture diverse, una vera sfida che attraverso l’immagine diventa una percezione, un messaggio per rimettersi sulle tracce di Dio.

Dal silenzio del dipinto scaturisce un’aspirazione, una dimensione solitaria dove l’artista si trova a lottare nella perenne dialettica tra libertà e coscienza.

La Cupola della Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, uno dei molteplici capolavori architettonici seicenteschi, patrimonio di Napoli ‘ la città dalle 500 Cupole’. Gianquitto nel dipingerla ne penetra ogni anfratto, per respirare l’aria mucida e misteriosa di un passato nel quale proiettare se stesso. Una pittura colta , intrigante, ricca di analogie e significati, dove il fraseggio armonico degli elementi compositivi costituiscono la   poetica pittorica dell’artista.

 Un’opera rasserenante che conferisce alla storia un dato pacificante. In basso a destra il fogliame come pianta inesistente della consapevolezza umana; senza grovigli o intrecci di forzature il dipinto, come una bella musica, risveglia l’arte figurativa con significativa ed interes-sante diversità’.

Il linguaggio riflette nella sua armonia cromatica i presupposti che permettono una possibile convivenza del mondo multietnico e multi-culturale ed è al contempo un’aspirazione dello spirito che si coniuga con la severa disciplina mentale dell’autore.

La solitudine dell’artista è in quel tratto di cielo, posto a limite, ristretto dalla lacerazione sociale e sorprendente elemento illuminante dove le nuvole, dietro meccanismi inconsci dell’improvvisazione creativa, diventano suggestioni, materia inesplorata della coscienza,  realtà ed immaginazione concorrono a creare paradigmi di lettura ad personam. Tavolozza coloratissima il fazzoletto stretto sul capo della donna, puro astrattismo, dove gli accostamenti coloristici sfumati sono volontà di comunicare una bellezza dinamica all’intera composizione.

Alla base della cupola l’esigenza dell’artista di un elemento architet-tonico che la regge per non indebolirne la solidità,  modanatura che fa da piedistallo alla sua magnificenza con motivi curvilinei, vibranti di colore,  concavi e convessi disposti in maniera ordinata e metodica.

 Il volto della figura femminile è ricerca linguistica attenta e sapiente, elemento dolcificante dal quale traspare un’interiorità equilibrata, materna, stillante di pienezza, epicentro di sfide e clamori. Il seno turgido e tondeggiante assume nel contenuto il ruolo di ricongiungimento all’essere nella sua unità primordiale.

Un neonato che si nutre del latte materno, atto esplicito che   diviene connotazione della nostra natura, la creatura si fonde con chi l’ha generata, due entità intrecciate in armonia con il creato.

 Nutrirsi dal seno del nettare di vita come umanizzazione ed appa-gamento del desiderio di felicità.

La donna siede su di una poltrona la cui modanatura dalla scultorea pittoricità, dalle sinuose volute, è  soluzione intenzionale e solo tempo-ranea dell’autore, un elemento per evidenziare la naturalezza, la sem-plicità, la nobiltà della figura femminile in forte contrasto con la fastosità e la stravaganza dell’ ornamento.

 Sottolineature dell’artista che assottiglia il concetto di diversità, annullando la distinzione di razza che diviene solo teoria popolare dell’ereditarietà, per Mario Gianquitto un problema solo concettuale e non semantico.  

L’opera pittorica “La Cupola dei Genovesi” è per l’autore l’esordio di un geniale convegno delle essenze molteplici del genere umano.

     

 

 

 


postato da Mario Gianquitto - mercoledì 04 luglio 2012 alle ore 21:28

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