Commenti sull'opera feelings & feelings (frammento):

"When someone says “I’m developing feelings for you,” the message is “I’m falling in love with you.” Feelings for are always positive feelings. In contrast, feelings about something or someone can be either positive or negative: “I’ve got a bad feeling about this.”


postato da Sergio Davanzo - venerdì 04 settembre 2009 alle ore 15:31

Quest'opera esercita un'attrazione magnetica su di me. Ritorno molto spesso ad osservarla non solamente su questo sito ma soprattutto sul suo di Blogger, dove il maggior ingrandimento possibile e lo sfondo nero del suo blog catturano la mia attenzione prepotentemente. Grazie per condividere con noi la sua arte!


postato da Vince - sabato 05 settembre 2009 alle ore 15:16

Nel fluire di quei colori arcobaleno,istintivamente, vedo raffigurato il movimento del feeling. Il sentire emotivo "che muove verso".L'italiano "intesa" secondo me esprime meglio della parola feeling questo tipo di trasporto. Questa immagine mi emoziona molto.La magia del Suo tratto è questa: tradurre in immagini un qualcosa di ineffabile. Ammiro molto tutte le sue tavole viste qui!


postato da Paolanatalia58 - sabato 12 settembre 2009 alle ore 22:12

Ho trovato anche questa cosa che la riguarda in internet:

"C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità.

Prof. Fabio Favretto"


postato da Gigi - lunedì 14 settembre 2009 alle ore 19:14

Questo è un pezzo veramente enigmatico per me. Interpreto in quella sorta di "foglia di fico" dai colori e tonalità da "fantasy", completamente diversa dalle forme e dai pigmenti usati nel restante impianto pittorico, una copertura quasi pudica di una qualche cosa che se resa visibile possa svelare intimi sentimenti...e che tu non voglia farlo. Infatti anche il titolo penso significhi "ci sono sentimenti e sentimenti" come a dire: non si può confessare tutto. Indipendentemente dalla mia corretta o meno interpretazione questo tuo pezzo mi attira molto.


postato da Alex Lavaroni - martedì 22 settembre 2009 alle ore 00:04

Molto, ma molto bello!!!!


postato da Rissa - martedì 22 settembre 2009 alle ore 16:12

Qualcuno ha definito il soggetto centrale "una foglia di fico". La foglia di fico serviva per nascondere le "vergogne". Troppi al giorno d'oggi pensano che mostrare i propri sentimenti sia una vergogna.


postato da Rotcko - martedì 22 settembre 2009 alle ore 22:10

Bella questa foglia di fico! ( vediamo se ti incavoli!).... No, dai... ho visto questo lavoro in "Cogito Ergo Sum" in Blogger, con lo sfondo del sito nero: veramente molto bello!


postato da Liza - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 18:05

Foglia fi fico?....ma con rugiada! (lol)

siete tutti molto carini, grazie.


postato da Sergio Davanzo - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 18:28

Giunti a questo punto, potresti pensare di implementare il titolo dell'opera con:

"Feelings & Feelings & Foglia di Fico"


postato da Edy Collina - giovedì 24 settembre 2009 alle ore 21:34

Mi piace molto l'effetto rugiada su quella foglia di fico...poichè è chiaro ormai che si tratta di questo no?


postato da Lu - venerdì 25 settembre 2009 alle ore 00:03

Suggerimento finale (forse): " Rugiada su Feelings & Feelings & Foglia di Fico". Sembra una targa sulla vecchia porta di uno studio legale della N.Y. city in quei vecchi films.


postato da Rauschenberg - venerdì 25 settembre 2009 alle ore 00:11

Sparerò io l'ultima prima di andare a letto e rischiare un sogno nel quale giro nudo per i reparti coperto solo da una foglia di fico: il film è "Feelings & Feelings" tratto dal romanzo "Foglia di Fico" del famoso romanziere "Rugiada". Sergio abbiamo giocato e trasformato lo spazio "commento" come fosse un blog di Bisiacaria.com o equivalenti.  Però a tua parziale consolazione: "Ci sentiamo a nostro agio tra le tue macchie"!


postato da Rotcko - venerdì 25 settembre 2009 alle ore 00:19

Ringrazio tutti per i preziosi e graditi commenti.
 


postato da Sergio Davanzo - domenica 27 settembre 2009 alle ore 14:53

Questo "Feeling..." è uno dei miei favoriti. Mi piace molto il contraso e le forme.


postato da Sily - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 09:36

mi piace molto l'effetto "rugiada" e "la foglia di fico".


postato da Mah...! - lunedì 28 settembre 2009 alle ore 14:36

Frammento estremamente gradevole ed interessante.


postato da Erica - martedì 29 settembre 2009 alle ore 08:49

sergiodavanzo.blogspot.com/2009/07/212-feelings-feelings.html

nel caso vorreste vedere un po' più di un frammento, cliccare il link.


postato da Sergio Davanzo - martedì 29 settembre 2009 alle ore 09:54

Si può definire "pittura" la luce che la nostra anima getta sulle cose.

You can define"Painting" the light that our soul throws on the things.

Usted puede definir "Pintura" la luz que nuestra alma echa sobre las cosas.


Si può definire “pittura” la luce che la nostra anima getta sulle cose.
Non ha alcuna importanza lo stile, il supporto utilizzato, il materiale adottato per farlo.
Ritengo superato ed irrisolto il dibattito sulla forma.
La base della pittura, a mio giudizio, non è il disegno. Nemmeno i pigmenti. Solamente la luce ed il suo opposto possono costituire i fondamenti della pittura di sempre. Storicamente, ed in assenza di altre tecniche, il disegno sembrava essere l’unico modo possibile per esprimere pittura. Da molto tempo, ormai, ci sono diverse forme d’arte che basano il loro fondamento sulla riproduzione della forma. A mio parere, la fotografia, il cinema, il fumetto, l’architettura, le vari applicazioni delle tecniche video e digitali, hanno svincolato, se non sollecitato la pittura a sdoganarsi dal ricorso alla forma in quanto tale. Sicuramente ci sono artisti che non possono evitare di esprimersi senza ricorrere al segno ed al disegno. Io, non appartengo a questa categoria, se non casualmente o per gioco. Non disprezzo chi continua a “disegnare pittura”. Non solo non lo ritengo indispensabile ma da evitare. Ricorrere al segno è limitativo e limitante.
Quindi il disegno è una forma possibile di arte in pittura, sicuramente non la sola.
I soggetti rappresentabili in pittura sono tutti quelli della tradizione ai quali se abbandoniamo la costrizione della forma ( come del resto in poesia abbiamo abbandonato la “rima”) se ne aggiungono molti altri quali ad esempio: emozioni, concetti, sogni, paure…Ritengo che, quale esempio, si possa disegnare una faccia umana che provi paura. Non la paura stessa, però. La paura, l’amore, l’amicizia, un’emozione non può avere forma. Ed ecco allora che è indispensabile il ricorso all’informale.
 

 


postato da Sergio Davanzo - martedì 29 settembre 2009 alle ore 10:10

Stupenda...!!!


postato da Cinzia Baltolu - mercoledì 07 ottobre 2009 alle ore 11:44

Penso di interpretare il desiderio di tutti dichiarando Sergio Davanzo

PATRIMONIO DELL'UMANITA'!!!


postato da Diego Totis - mercoledì 07 ottobre 2009 alle ore 22:02

Questo è bellissimo. Sono contenta che ti piaccia il mio gatto col morbillo ed orgogliosa di aver ricevuto i tuoi voti. Anch'io ora sto cercando di fare qualcosa di astratto ma venendo da una scuola iperrealista per me non è facile.  Comunque complimenti per come ti esprimi. Ciao  Cy


postato da Cy - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 19:41

stores.lulu.com/sergio1davanzo


postato da Sergio Davanzo - venerdì 09 ottobre 2009 alle ore 23:21

Un frammento incredibilmente bello.


postato da Profondità - sabato 10 ottobre 2009 alle ore 12:59

Io credo che non ci siano schemi fissi-
 

Il rapporto con le cose e gli avvenimenti che ci circondano con le sue proiezioni sul futuro, l'artista lo traduce secondo le proprie necessità. Quando anche la denuncia diventa una bufala solo per la visibilità o tendenza, l'artista dovrebbe osservare in primis, cosa realmente 'manca' al tessuto sociale e, se sono le forze primigenie quelle che sono venute a mancare, cerca il recupero attraverso alla propria sensibilità e non gliene può importar di meno delle correnti o la ricerca di tendenza.

Le ricerche le esegue sulla base della propria sensibilità ed esigenza. Sicuramente ha il coraggio anche di andare contro tendenza perché non è detto che quello che serviva in una certa epoca anche in termini di provocazione, possa servire in un'altra, dove tutto , anche la provocazione è diventata strumentale al profitto. Non ho mai visto artisti di popoli repressi esprimersi solo sulla denuncia , ma sicuramente più spesso attraverso il sogno o alle proprie esigenze interiori , unica forma di libertà ancora gestibile : il proprio mondo interiore e le proprie visioni da contrapporre ad un mondo a cui tutto questo è stato negato.

La vera trasgressività dell'artista contemporaneo è il recupero di se stesso e di tutto ciò si è fatto scempio, poetica compresa.

Va da sé che, forse oggi, gli artisti più credibili in toto rimangono i bambini con queste caratteristiche
e gli artisti 'out'.

I primi con un vissuto troppo corto per essere definiti tali in maniera completa e gli altri, emarginati in quanto veramente 'liberi' e quindi non commerciabili e strumentalizzabili, se mai schiavi solo delle loro ossessioni, ma sicuramente non, rispetto alla loro libertà espressiva

Io credo non ci siano confini nell'arte : purché sia arte .

Ognuno usa il veicolo espressivo che più gli è congeniale. Considerando che questo ioArte è interessante proprio per i quesiti che pone per i confronti che dovrebbero arricchire proprio per le diversità di pensiero e non certo per polemica sterile (sempre meglio chiarire nel virtuale:). Credo che, chi usa la materia proprio come "piacere" della materia nella sua fisicità e il "colore" come impasto proprio per ottenere determinate vibrazioni cromatiche, difficilmente userà mai un pantone digitale se la sua ricerca ed esigenza si esprime con quelle caratteristiche ...

Uno può darsi al digitale per altri aspetti altrettanto intriganti, ma sicuramente diversi. Come non credo che sia un 'espressione nuova né la pittura né il digitale anche perché quest'ultimo si usura più velocemente nei programmi che vengono sostituiti con la velocità della luce.

Per quanto riguarda le diverse culture ben vengano, ma ho il sospetto che una cultura che si sviluppa da noi o in Spagna, in America in Bielorussia, Russia o nella profonda Africa , per quanto si facciano contaminare ,non dobbiamo dimenticare che ognuna di loro ha radici profondamente diverse che non si possono sostituire o dimenticare.

 

Dovrebbe essere anche significativo , quanto ci portiamo dentro radici, gusti e quant'altro che ci influenzano nella scelta delle preferenze.
Di solito i lavori preferiti sono quelli che corrispondono ai nostri canoni estetici e di gusto personale, cosa che in arte non dovrebbe mai succedere.

In maniera istintiva può piacere di più un lavoro simile ai nostri gusti personali, ma l'arte potrebbe anche trovarsi in opere che come gusto non rientrano nelle nostre preferenze, ma sicuramente in canoni artistici. Ho la sensazione che questo sia uno sbaglio che facciamo un po' tutti....sia ' perché viene naturale e perché, a volte .dimostra anche quanto siamo presi da noi stessi, senza riuscire ad entrare umilmente nei lavori di altri.
Con tutto il pieno rispetto, per chi fà figurativo "classico"..secondo il mio modesto parere,il massimo per esprimere "il senso della vita, lo stato delle cose, il divenire dell'uomo, oggi", è l'informale, il materico, il figurativo "essenziale" ....usando la materia....tutta la materia,lo scarto, si può rappresentare, ...cosa meglio di un vecchio cartone ingiallito dal tempo, gettato per strada, indifferente a chiunque, può rappresentare la situazione di molti esseri umani del nostro pianeta..non importa se nell'opera non esiste una smorfia sul volto o le mani che sorreggono uno sguardo vuoto....basta vedere quei "rifiuti" per strada...per capire dove è arrivato l'uomo...in un mondo in cui tutto si può abbandonare, distuggere....tanto si "rifà"...no!, si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia....scusate se mi esprimo in questo modo, forse sembrerò arrogante, ma chi mi conosce dal vero...sa che non lo sono...sono solo sanguigno...sincero..."ignorante" artisticamente parlando...ma UOMO!! inteso naturalmente come essere umano...ciao a tutti


 


postato da Sergio Davanzo - martedì 13 ottobre 2009 alle ore 11:19

...un frammento di verità dipinta, complimenti per questa magnifica opera.


postato da Paola Carrozzo - mercoledì 14 ottobre 2009 alle ore 09:58

Anche su di me esercita una forza magnetica!

Qusta miriadi di colori......I chiari che sembrano essere stati partoriti dagli scuri..........

Le gocce: le lacrime che accompagnano ogni natante.Complimenti!


postato da Monà - giovedì 15 ottobre 2009 alle ore 17:36

Bravo Sergio, quest'opera mi ha colpito molto, è un caleidoscopio di emozioni. Grazie ancora per i tuoi voti. Ciao e buon lavoro.


postato da Erica Del Ponte - venerdì 16 ottobre 2009 alle ore 15:29

 chi ha detto macchie???

Io li trovo bellissimi!

ciaociao

Grazie per i comps.


postato da dani - martedì 27 ottobre 2009 alle ore 11:19

Bello bello bello :D


postato da Mao - mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 17:43

"...si stanno spengendo i valori, i sentimenti, che valgono più dell'oro, giallo o nero che sia...."

tu li stai recuperando!


postato da Berta - giovedì 29 ottobre 2009 alle ore 18:34

His name is Sergio Davanzo. Strong in expressing his thoughts but tender in cuddling his dreams, he shows you unsuspected and unexpected aspects of his inner self. Sometimes he reveals them slowly, step by step; sometimes he shows them off abruptly, with a touch of challenging scoff. He paints. He paints because of an unsolved mixture of reasons. He paints because he needs to. Because he wants to. He paints to play. He paints because he has to paint.

Several of his works are the product of a deep need to communicate. The need to go beyond the limits of human words, beyond time and space, beyond conventional shapes with the aim of creating new and better ones, more intensely beautiful, giving thus voice to his inner and more complex thoughts.

Other works issue from Davanzo’s mere, instinctive wish to let himself go to the poetical evocation of images and feelings he has seen and lived. This inevitably pursues the connivance of his spectators, who can see and perceive his same sensations, deeply feel them and, by feeling, revive them. The result is an amazing range of ways and synaesthetical contaminations, both of colour and matter.

In Davanzo’s modus operandi often a single idea develops into a theme. It expands itself, defining autonomously its own leit motives. They are varied and widened, offered in their most flattering nuances. The original idea then swells to its utmost and, finally exhausted, it blows up. It is a definite resolution. Therefore Davanzo’s works, which follow a common vein until it is exhausted, can mainly be contextualized in groups. But, once he has finished with a vein of inspiration, sometimes the painter has already found in its ashes the beginning of several new ones. Sometimes he would rather wait before letting them catch his instinct and his paint-brush.

This is the process of painting for Sergio Davanzo. His subjects are various and different. He wants to tell as much as possible. The faces, the voices of past and present time, the places which have seen him growing both as a man and as an artist. His dog. His family. Those who have gone. Those who still have to come. A wrinkle on a forehead. The hissing of a lathe in a work shop. A minimal kaleidoscope of images, epiphanic moments which he fixes on his canvas. And which, if necessary, he moves, as he usually says “to the space”.

Certainly the imaginative titles he gives to his paintings are part of his seriocomic way of living and conceiving one’s necessities. They are delicious, often sharply ironic, and at first they astonish you, to let you eventually deal with a wake of reflection, whetting you as the back-taste of rum in a just baked cake, the recipe for which has been written and performed by Sergio Davanzo just for you.

Prof dott Maria Sole Politti
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:38

"Le tele di Davanzo vibrano, si impongono con lo stridore delle pennellate, con le barricate cromatiche da cui fuoriescono filamenti elettrici che guizzano e avvolgono, creando una fitta e mutevole rete di energia. Nelle sue opere istinto e ragione rinunciano all'eterna lotta, per dar vita ad un dialogo serrato: il colore si tende nella spontaneità del gesto, si difende entro grumi di materia, si assottiglia ed incede leggero frammentandosi secondo ritmi musicali. Viene impastoiato, fatto fluire e nuovamente convogliato, cristallizzato e gocciolato, alleggerito e spinto oltre i confini del supporto per cercare nuove espressioni comunicative."

Prof. Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:45

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:50

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:51

" Las lonas de Davanzo envían vibraciones. Ellos se imponen con el chillar del golpes de pincel, con las barricadas cromáticas de lo cual evitan filamentos eléctricos que tiemblan y ellos enrollan la creación de un dolor agudo y la red mutable de energía. En su instinto de trabajos y razón abdican la lucha eterna para dar la vida a un diálogo cerrado: el color se extiende en la espontaneidad del gesto, esto se defiende en los grupos de material, esto cultiva incede delgado(fino) y ligero(de luz) la fragmentación sí mismo según ritmos musicales. Es encadenado, hecho para fluir y otra vez llevado, cristalizado y goteó, aliviado e inclinó sobre los confinamientos del apoyo a buscar nuevas expresiones comunicativas. "

Prof Lorella Coloni
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 19:56

C’è una prometeica forza nelle opere di Sergio Davanzo che riconduce, con la certezza del segno e lo schiaffo del colore, ad un confronto con la realtà che non conosce compromessi o debolezze.
L’artista non abbassa lo sguardo e davanti all’esistenza egli si assume il diritto di dichiarare la verità. Lo fa attraverso un linguaggio visivo essenziale, sintetico, corrosivo, violento, titanico, provocatore. Usa la titolazione dei suoi quadri come dei tazebao: sono verdetti che illuminano, parole che possono essere incipit quanto sentenza lapidaria su un argomento che la tela sintetizza in linee di immediata intuizione, con un uso dirompente dell’elemento cromatico, con tinte che acquistano voce. Davanzo riesce a far riecheggiare nel movimento dei suoi quadri le vibranti intensità del paradosso creativo, in bilico tra ragione e gesto puro ed istintivo, folgorazioni che sono rivelazioni e universalità
 

Prof Fabio Favretto
 


postato da Sergio Davanzo - lunedì 23 novembre 2009 alle ore 23:56

Io non mi definisco “pittore” ma scrittore di emozioni in pittura.
Io credo che si possa definire pittura “il fissare con i colori la luce che la nostra anima getta sulle cose”.


Questo lo hai detto tu!... ma se ti definiresti "un pittore" ed osservando questa tua opera... dove saresti, allora?

 


postato da Mabo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 01:08

Assolutamente il più bel quadro dipinto visto da me negli ultimi tempi.


postato da Jo - martedì 24 novembre 2009 alle ore 12:14

Questo è uno dei tuoi dipinti più belli, a mio parere.


postato da 8 - mercoledì 25 novembre 2009 alle ore 12:12

E'bellissimo!Inutile aggiungere altro..è talmente bello ed emozionante che si commenta da sè


postato da Serena C. - domenica 17 gennaio 2010 alle ore 16:42

Una miriade di colori che ti incantano,ma ti fanno anche riflettere. Complimenti!


postato da Monà - lunedì 22 febbraio 2010 alle ore 12:29

La  ringrazzio per i suoi preziosi consigli ,vedrò di attivarmi al più presto .Distinti saluti MAURI


postato da Mauri - mercoledì 31 marzo 2010 alle ore 20:39

Tu sporchi la tela. Ma la sporchi davvero bene..


postato da Davide Ragazzi - venerdì 02 aprile 2010 alle ore 12:03

complimenti vivissimi ...i tuoi colori fanno sognare!


postato da Francesco70 - venerdì 02 luglio 2010 alle ore 11:57

Bellissimi i tuoi lavori!! Io non son mica capace di fare certe cose!!!! Grazie per aver votato i miei polli, sono molto onorata perchè tu sei bravissimo un vero artista...io invece vado avanti a galline uff............


postato da Cy - sabato 24 luglio 2010 alle ore 18:09

è un opera particolare sono attrato dalle gocce e dalle bellissime striature dei colori che si uniscono in una lenta agonia...verso quel buco nero che tutto sembra voler inghiottire.......!!!!bella...............complimenti


postato da Edmon Dantes - lunedì 02 agosto 2010 alle ore 16:04

Quest'opera mi piace molto! Grazie per il voto e tanti saluti!


postato da Carmela Maria Russo - martedì 03 agosto 2010 alle ore 21:23

Passerai alla storia con questo quadro!


postato da Deb - mercoledì 01 dicembre 2010 alle ore 15:11

è grandioso, neppure i programmi di grafica più moderni riuscirebbero in quest'impresa, la mano dell'uomo non si supera.


postato da Penniart - giovedì 16 dicembre 2010 alle ore 10:38

 E' in assoluto l'opera più straordinarea che io abbia mai visto: "Sembra uscito dal film Aldilà dei sogni". Davvero unico e sconvolgente.

Bravissimo.


postato da Antonio Pistarà - sabato 07 maggio 2011 alle ore 18:27

Una tavolozza incredibilmente ricca.


postato da Pam - lunedì 22 agosto 2011 alle ore 12:39

 che magia


postato da Valentina Russo - mercoledì 09 novembre 2011 alle ore 03:05

 Capolavoro assoluto: artificio di colori e trionfo di assonante armonia.


postato da Antonio Pistarà - giovedì 10 novembre 2011 alle ore 12:02

 Antonio, Valentina, Pam, ...e tutti gli altri...vi ringrazio sentitamente per il vostro apprezzamento.


postato da Sergio Davanzo - domenica 06 gennaio 2013 alle ore 14:07

 bellissima e potente! Complimenti per le tue creazioni e grazie per le preferenze


postato da Maria Rosaria Riccio - domenica 06 gennaio 2013 alle ore 16:16

 Grazie Maria Rosaria ed altrettanti complimenti per le tue di opere!


postato da Sergio Davanzo - domenica 06 gennaio 2013 alle ore 16:19

 Amo la pittura e cerco la sosta dinanzi a un tuo dipinto, prolungandola, fino a farmi dimenticare quando, il quadro stesso, ha iniziato ad affascinarmi. Vivo un dono prezioso, complice inspiegabile di un’alleanza tra me e le tue opere. Guardo i tuoi quadri di sera, in silenzio, per non lasciarmi disturbare dai rumori quotidiani e per ricevere emozioni capaci di migliorarmi. Grazie.


postato da Lia Saccotelli - mercoledì 30 gennaio 2013 alle ore 17:19

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Tutte le opere di Sergio Davanzo

  • Calendario 2013
  • Ho dato fondo (parziale)
  • feelings & feelings (frammento)
  • Omaggio ai tubisti
  • Strada di Bagdad con mimosa
  • Manhattan vista dal Bronx
  • volo radente
  • Tributo a Gaudì (frammento)(vedere il link postato nei commenti)
  • KRAKEN
  • Omaggio ai Tubisti (Pressfitting) alias "Quando Dio spartiva le tette...io ero in bagno..."
  • Non è la luce del Merisi...ma in tempi di crisi....
  • La mia vita è un lungo lato di Bolina! ( ...ci sarà mai un lato in poppa con tangone...& tanga?)
  • Il futuro è roseo, il presente...un po' meno...
  • Vedo smerciare miele di vipera, agito braccia di carta che il vento disperde.
  • Omaggio ai Tubisti (Aisi 304)
  • Il Delinquente (Lulu.com Editore)
  • CROSSING (Lulu.com editore)
  • Pensavo fossi morto....
  • LA MAFIA E' SOLAMENTE UN INSETTO: PUOI SCHIACCIARLA!
  • Questa è una società che macina tutti i valori!
  • Ciao
  • Cattredale Unica nello Spazio
  • Calendario 2010 Gennaio
  • Calendario 2010 Marzo
  • Calendario 2010 Ottobre
  • Calendario 2010 Dicembre
  • Calendario 2010 (Lulu.com) http://www.lulu.com/product/calendario/2010-by-sergio-davanzo/5949551
  • AUGURI....& che s'inizi ad intravvedere...il positivo!
  • Acqua Sporca
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  • COFFE TIME
  • Tributo a Jackson Pollock
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  • COFFE TIME
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