"ipotesi future"

Segnalato da Antonio Oliva

Antonio Oliva

Categoria: Mostre

Data: dal 24 aprile 2014 al 08 maggio 2014

Indirizzo: Corso Telesio 17, 87100 Cosenza

Provincia: Cosenza

Orario di apertura: 10:00-13:00, 16:00-20:00

Sito internet: www.retemuseale.provincia.cs.it

Referente: Antonio Oliva

Per informazioni: 3409045022

E-mail: oliva-antonio@libero.it


 L'essenza dell'uomo, mutato al mutare delle condizioni, nell'arte di Antonio Oliva

di Giulia Fresca*

La crisi valoriale, che il nuovo tempo ha inflitto alle umane esistenze, diviene elemento di ricchezza per artisti come Antonio Oliva, che offrono la loro opera alla terra natia di Calabria, nel nome del riscatto e della visione di un diverso futuro. Una filosofia inconscia che conduce l'animo di Oliva nella via dell'Arte che tenta di dare una risposta alla crisi morale di un mondo in preda al caos, devastato da una grande depressione a tal punto che sembra quasi diventato impossibile continuare a dipingere, come si faceva un tempo, fiori, nudi, e suonatori d'archi. La visione diviene pertanto surrealista, in un'ottica quasi fotografica di un mondo che, attraverso l'obiettivo immaginario, genera un contesto elaborato con cui si vuole enfatizzare l'azione, ovvero il gesto del dipingere, e in cui il quadro diviene estensione diretta dell'esperienza indiretta dell'artista, luogo di pulsioni primarie. La libertà di spirito di Antonio Oliva, appare orientata verso l'Idealismo metafisico e l'Astrattismo lirico di Kandinskij, così come l'opera di Willem de Kooning, che esercita su di lui un forte impatto. Pur nella diversità dell’indirizzo personale, ciò che lo accomuna è l’idea che l’astrazione sia un processo che conduce al sublime, alla scoperta di sé, all’espressione dei sentimenti e fa dell’emozione l’elemento stilistico fondamentale, scoprendo la forza del segno e creando composizioni “psicodinamiche” che si configurano quali campi di energia trasmessa sulla tela dal gesto dell’arista. Le sue opere sono l’espressione di una crescita non soltanto artistica che l’ha portato dalla creazione di splendide figure umane ed ambientazione di vita quotidiana, ad una visione deformante e violenta che astrae la realtà esteriore. L’arte è pensiero, è movimento, è azione. Non esiste distinzione tra il pensiero-azione, così come non è necessario insistere sulla dicotomia tra parole (manifestazione del pensiero) e fatti. Queste differenze per l’uomo vero non esistono, perché, quando il pensiero è vivo, esso è già azione. Cosa c’è di più “attivo” che provocare azioni e reazioni con i nostri pensieri esplosivi e con le nostre parole incendiarie? Anche l’Arte, quella vera che nasce dai più profondi moti dell’animo, è completamente legata all’azione. Traendo slancio da quel senso di angoscia insito nella vita e dalla necessità di esprimerlo, Oliva elabora lo spazio nel quale inserisce prima la figura umana, poi forme biomorfiche trattate in maniera curiosamente sperimentale, che si allontanano progressivamente dall’iniziale figurazione, seguendo una codifica che appare ma che invita ad essere decifrata. Tale espressione consente all’artista di esprimere il proprio disagio nei confronti della situazione socio-economica contemporanea e la sua pittura assurge così a strumento di denuncia sociale. Antonio Oliva è uno dei pochi Artisti che ancora riesce ad esprimere il proprio “spirito del tempo” e la propria visione del mondo attraverso il proprio fare creativo. L’Artista, durante la creazione dell’opera d’arte, non deve essere distratto da situazioni modali di nessun genere. Tale principio creativo (mitopoietico) continua a rappresentare l’aspetto rivoluzionario e liberatorio dell’Arte nei confronti del conformismo imperante presente in ogni settore della vita odierna. Oliva, mentre dipinge, sente dentro di sé l’anima di un filosofo presocratico che lo porta a tirar fuori la sua immaginaria geografia, il sogno che diventa architettura, che a sua volta è Arte. La sua città è spazio-estensiva ed è una realtà dell’anima dove s’incontra l’uomo, attore e spettatore, visibile ed invisibile, passato e futuro. Binari paralleli che nel sogno perdono la loro geometrica funzione e s’intrecciano, s’intersecano e si sovrappongono quasi con il rispettoso timore di non cancellare ciò che di buono, in ogni tempo, in ogni spazio ed in ogni mente creativa debba essere preservato e tramandato. Egli, con le sue visioni immaginifiche e i labirinti onirici ripercorre l’essenza dell’uomo mutato al mutare delle condizioni. Un ossimoro pittorico tra l’utopia del ritorno al passato e la precisione ornamentale per la cura del particolare dove l’uomo si avvolge in sé nel mistero della sua esistenza.

*Giornalista, Scrittrice e Critico d’Arte



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