Mostra personale di Franco Belsole

Categoria: Mostre

Data: dal 24 maggio 2008 al 14 giugno 2008

Indirizzo: piazza stella 5, genova

Provincia: Genova

Orario di apertura: dalle 16.30 alle 19

Referente: mario napoli

Per informazioni: 0102468284

E-mail: info@satura.it


SATURA associazione culturale   centro per la promozione e la diffusione delle arti

piazza Stella 5/1, 16123 Genova tel/fax: 010.246.82.84 // 010.66.29.17 cell. 338.291.62.43

e-mail: info@satura.it   http:// www.satura.it

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

 

sabato 24 maggio 2008 ore 17:00

sala colonna - inaugurazione

 

< FRANCO BELSOLE >

 

mostra personale

 

a cura di Mario Pepe

 

aperta fino al 11giugno 2008

dal martedì al sabato ore 16:30 – 19:00

chiuso lunedì e festivo

 

 

Genova, SATURA associazione culturale

 

 

La fotografia di Franco Belsole  punta a documentare un sistema antropologico all’interno di un paesaggio urbano percepito come totalizzante, il comportamento della gente che vive nelle grandi città, fortemente condizionato da un  habitat in continua trasformazione  che induce  percorsi ed atteggiamenti alienanti e ritualizzati.  Il fotografo partecipa al dilemma degli individui che proclamano la propria unicità  di protagonisti e che  al tempo stesso si appiattiscono  su comportamenti  omologati.

Da questo punto di vista Belsole è collegato ai  concettuali francesi come  Jochem Gerz che registrano, con la macchina fotografica  fissata su  un percorso stradale,  la vita di passanti occasionali che la stessa operazione fotografica  fa uscire dall’ anonimato.  Ma più che riportare alla visibilità  l’oscuro flusso della vita umana nelle metropoli, l’artista sembra conscio della futilità dell’evento individuale e si limita a cogliere il divenire incessante e senza scopo apparente delle moltitudini  che vagano lungo i percorsi obbligati del comportamento urbano.

Dal punto di vista della costruzione dell’immagine siamo volutamente distanti dal rigore strutturale di altri fotografi del paesaggio urbano a cominciare dall’americano  Walker Evans per finire al nostro Gabriele Basilico, che sono certamente i punti di riferimento del nostro artista. Ma le foto di Belsole, pur proveniendo dallo stesso filone storico,  rinunciano al protagonismo dell’ambiente  e si adoperano per destrutturarlo. L’impianto è minimalista, lo spazio è costruito con mezzi antiretorici per poter documentare l’evento in maniera anonima. Le immagini risultano piatte, persino la prospettiva insita nella tecnologia della macchina fotografica viene elusa di proposito, per descrivere un ambiente monodimensionale e soffocante. Nelle foto di New York ci sono sempre degli ostacoli che disturbano la percezione, tubi e transenne, in orizzontale e in verticale,  a sottolineare i limiti mentali di una tale esistenza  e quando gli ostacoli si fanno trasparenti liberando i corpi, qualche scritta sul vetro ristabilisce i contorni della gabbia. E’ una New York in sottofondo, appena riconoscibile da qualche dettaglio, artefice e contenitore, come qualunque altra metropoli, di una realtà antropologica che  non ha più radici di appartenenza. Come dice lo stesso autore: “cambia città, cambia luogo, ma l’evento non cambia”.

 

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