L’arte aniconica di william vezzoli

L’arte aniconica di william vezzoli Segnalato da Galleria Ab/arte

Galleria Ab/arte

Categoria: Mostre

Data: dal 24 novembre 2018 al 22 dicembre 2018

Indirizzo: Vicolo San Nicola 6

Provincia: Brescia

Orario di apertura: Da giovedì a sabato 9,30 - 12,30 e 15,30 - 19,30

Sito internet: www.abarte.it

Referente: Andrea Barretta

Per informazioni: 0303759779

E-mail: info@abarte.it


 William Vezzoli - scrive il critico d'arte Andrea Barretta - punta a una ricerca artistica personale pur allocando il suo pensiero nei combine painting, proprio nella terminologia coniata da Rauschenberg per definire la tecnica che accosta l’uso del colore insieme a oggetti di varia natura sulla superficie del quadro, e che la storia dell’arte ci ha consegnato anche con altri maestri, da Frank Stella a Jasper Johns.

In pratica indaga il confine tra l’arte e il quotidiano, e la prima differenza che lo riguarda, in un tale panorama artistico, sta nel colore che usa a volte quasi in monocromi, secondo la lezione di Malevich, e spesso in una tavolozza che assegna grande preferenza ai rossi e ai neri. Non solo. Talora sembra voler rinunciare alla pittura per una colorazione che guarda al minimalismo e a un’astrazione anticipata da Barnett Newman, oppure all’astrazione lirica praticata da Georges Mathieu.

Soprattutto nell’accostamento di oggetti che presentano non poche analogie con il Dadaismo e con tutto quanto poi si è voluto riferire al cosiddetto “New Dada”. Perché Vezzoli è capace di rendere i suoi assemblaggi con ingredienti fondanti che concedono alla sperimentazione lo spazio necessario per molteplici letture. Per questo diventa autonomo da temi e movimenti (ed etichette) che il Novecento ha consacrato come rivoluzione dal concettuale all’informale e all’arte povera.

Altre volte - continua nel testo critico di presentazione Andrea Barretta - è la luce ad essere il collante per allontanare il buio di momenti che tende a restituire in schegge che arrestano il respiro oltre l’assenza, oltre la pragmatica restituzione del vero. L’unica cosa che il nostro artista documenta nella sua continua affermazione del sé che lo spinge talvolta a ridurre la pittura per lasciare agio a vibrazioni al di là dell’oggetto che rivive in altro utilizzo decontestualizzandolo. Oppure lasciato nel suo candore anche se segnato dagli anni, come per strappi di antiche lenzuola in una sorta di attenzione trascendente, come lavacro spirituale in una nuova entità poetica che va a indagare per sottrazione della materia che richiama reliquie astratte nella totale e concettuale emancipazione esecutiva che tramanda con la sintesi del colore.



Segnala errore

Cerca eventi

Tipo   Prov.

Per poter commentare gli eventi devi essere un utente di IoArte!

Se sei un utente iscritto a IoArte devi prima effettuare il login!
Altrimenti iscriviti a IoArte, l'iscrizione è veloce e completamente gratuita.

Banner pubblicitari
Sostengono IoArte
Siti Amici