Imago. i miei ri-tratti

Segnalato da Satura Art Gallery

Satura Art Gallery

Categoria: Mostre

Data: dal 26 settembre 2015 al 10 ottobre 2015

Indirizzo: Piazza Stella 5/1

Provincia: Genova

Orario di apertura: Inaugurazione ore 17.00; apertura da martedì a sabato ore 15.30-19

Sito internet: www.satura.it

Referente: Andrea Rossetti

Per informazioni: 010 2468284

E-mail: info@satura.it


Nel ritratto - genere pittorico tra i più evocativi - sono comprese un mondo di possibilità, un'infinità di metodi e tecniche difficili da censire con assoluta precisione. Conoscenza - o prediletta incoscienza - dell'altro, passata per secoli di attenta riproduzione, per scelte pratiche in cui l'icona ha superato (forse) il valore stesso del soggetto (Andy Warhol l'ha insegnato magistralmente); e tra le quali oggi non si fatica troppo a comprendere l'estro dell'omologazione autoritrattistica di Toni Cragg, o quello più contemporaneamente pittorico e aleatorio di artisti appartenenti all'onda informale, oggi legato alla controversa azione di esponenti internazionali come Jackie Saccoccio. Definizione a parte, Elisabetta Castello s'è guadagnata, grazie ad un'attenzione particolare all'uso del ritratto, la reputazione di artista concentrata sulla realizzazione non solo di immagini fedeli alla realtà, ma dotate di una propria anima vibrante. Evitando di farsi inutilmente catturare dall'uso pedissequo di un’oggettività che non dice tutto, per suo limite incapace di comprendere quel tutto che una ritrattista di questo tipo cerca continuamente. Sarà per questo che Elisabetta Castello ha scelto d'imboccare questa strada dall'inizio, mettendo bene in discussione il valore semantico della parola ritratto, portandola alla luce del “sé” di un'azione pittorica intenta al racconto critico, non pregiudiziale; facendo in modo che senza contraddizioni quella parola diventi parte della sua scomposizione, “ri-tratto”, forma artistica di chi pratica una visione fuori dall'appartenenza/apparenza comune. Ri-tratto è quindi immagine iperrealistica lontana da una riproducibilità fine a se stessa, che non si attaccherà mai precisamente all'eterogeneità di soggetti gentilmente scalfiti, deformati, ri-formati. Immagine sicuramente coesa con ogni valore formale d'origine, ma affrancata da un'estenuante superficialità.

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